Azione antinfiammatoria della Cannabis nell' Artrite Reumatoide
LA CANNABIS RISULTA SICURA ED EFFICACE NEL TRATTAMENTO DELL'INFIAMMAZIONE, DOLORE ED ALTRI SINTOMI CARATTERISTICI DELL'ARTRITE REUMATOIDE MA ULTERIORI RICERCHE POTREBBERO CONFERMARNE ANCHE UN RUOLO PROTETTIVO E CURATIVO
L'Artrite Reumatoide (AR) è una patologia cronica caratterizzata dall'infiammazione delle sinovie (sinovite)e che può provocare deformazione e dolore con conseguente possibile perdita della funzionalità articolare. Le articolazioni più colpite sono quelle delle mani, dei piedi e delle ginocchia.
Spesso la persona con Artrite Reumatoide è costretta a cambiare lavoro: nel 22% ad abbandonarlo del tutto e il 10% necessita di assistenza continuativa.
L'artrite reumatoide è una malattia sistemica che può coinvolgere:
- polmoni (fibrosi polmonare, pleurite, pneumopatia nodulare)
- sistema cardiocircolatorio (pericardite, accelerazione dell'aterosclerosi delle coronarie, vasculite),
- occhi (sclerite, uveite, xeroftalmia),
- cute (noduli reumatoidi).
Le manifestazioni che accompagnano i sintomi articolari possono essere febbre, malessere generale, anoressia, sudorazione notturna.
Il trattamento dell'AR, oltre alla somministrazione di farmaci, deve essere basato sull'integrazione di diverse strategie terapeutiche. L'informazione del paziente sulla natura cronica della sua patologia e sulle opzioni terapeutiche è di primaria importanza, le basi su cui si poggia l'alleanza terapeutica medico-paziente. È fondamentale l'apprendimento e l'applicazione della cosiddetta economia articolare: il paziente dovrà cominciare ad adottare una serie di movimenti e posture volti a rallentare il deterioramento articolare anche con l'ausilio di tutori. La terapia fisica e l'allenamento devono essere limitati nelle fasi acute della malattia, nelle quali è opportuno il riposo. La chirurgia ortopedica è solitamente riservata a pazienti con limitazione articolare avanzata e/o laddove non sia più possibile controllare il dolore. Il trattamento farmacologico dell'AR comprende l'utilizzo di antidolorifici o analgesici semplici, anti-infiammatori, farmaci antireumatici.
Quando la malattia non è diagnosticata tempestivamente o non è responsiva al trattamento farmacologico, i danni articolari sono severi ed il dolore, solitamente non è ben controllato con farmaci antiinfiammatori.
Esistono report (Australia e Gran Bretagna) in cui, mediante questionari, si evidenziava che già dal 1998 il 20-35 % dei consumatori di Cannabis ad uso terapeutico lo faceva per trattare l'artrite reumatoide. Molti degli intervistati affetti da artrite utilizzavano la cannabis per ridurre il dolore nel movimento e migliorare il proprio sonno, senza soffrire di alcun danno collaterale.
La Cannabis, agendo sul sistema endocannabinoide, è in grado di inibire l'infiammazione, l'iperplasia sinoviale e la distruzione della cartilagine. In particolare, l'attivazione specifica di CB2 può tenere a bada la malattia inibendo non solo la produzione di autoanticorpi, ma anche l'erosione ossea e la risposta immunitaria mediata dalle cellule T.
L'acido ajulemico (derivato sintetico della Cannabis) si è dimostrato in grado agire sull'artrite degli animali da laboratorio riducendone il danno: l'acido possiede infatti proprietà analgesiche e antinfiammatorie ed un ridotto potenziale di effetti collaterali; è stato dimostrato non provocare ulcera e anche a dosaggi elevati non ha avuto effetti sul SNC.
Uno studio sperimentale sull'uomo ha dimostrato anche che non ci sono effetti collaterali rilevanti, al contrario della maggior parte degli antinfiammatori tradizionali.
Il derivato può quindi di ridurre fattivamente la distruzione articolare causata dal reumatismo.
I dati preliminari suggeriscono che possa avere anche un ruolo analgesico e antinfiammatorio non soltanto nei disturbi muscolo-scheletrici, ma anche in gravi forme di dolore ed infiammazione di altra natura.
Attualmente l'utilizzo di Cannabis Medica nell'AR è indicata soltanto per il trattamento dei sintomi ma, risultati finora incoraggianti, suggeriscono che i composti naturali potrebbero essere potenzialmente utili anche per tentare di rallentare o curare il disturbo.