Cannabis Medica e Salute Sessuale. Desiderio, piacere, soddisfazione e benessere di coppia.
A DIFFERENZA DELLA MAGGIOR PARTE DEI FARMACI TRADIZIONALI CHE POSSONO COMPROMETTERE LA FUNZIONE SESSUALE E PROVOCARE APPIATTIMENTO EMOTIVO, LA CANNABIS HA UN'INFLUENZA POSITIVA SU TUTTE LE FASI DELLA RISPOSTA SESSUALE E SULLA SODDISFAZIONE, OLTRE AD AUMENTARE LA CONNESSIONE EMOTIVA E MENTALE FRA PARTNER.
MAGGIORI STUDI POTREBBERO INDICARE COME MEGLIO IMPIEGARLA NEL TRATTAMENTO DELLE DISFUNZIONI SESSUALI.
Trascurata
a lungo e considerata, ingiustamente, "non proprio una priorità"
quando si tratta di pazienti e malattie, la sessualità gode
ad oggi di una maggiore considerazione in ambito medico, grazie anche
alle battaglie che gli esperti del settore hanno intrapreso negli
anni per riuscire a collocare la Sessuologia sullo stesso
piano delle altre specializzazioni cliniche fino ad ottenere
traguardi importanti come la nuova definizione dell'OMS che
inquadra la salute sessuale in maniera finalmente completa come uno "stato
di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla
sessualità; non riducibile all'assenza di malattia, disfunzione o
infermità".
Parallelamente alla Sessuologia Clinica,
cresce, anche in Italia, l'importanza della Cannabis Medica e,
secondo dati
Istat, i
consumatori di Cannabis nel nostro paese superano attualmente i sei
milioni:
il crescente impiego di cannabinodi in campo medico impone una
conoscenza più approfondita in materia da parte di tutti i
professionisti della salute e anche la sessuologia in un'ottica di
prevenzione e mantenimento della salute sessuale che sia quanto più
possibile inclusiva, efficace ed aggiornata comincia a tutti gli
effetti a comprendere nelle sue conoscenze l'impatto che la terapia
con i cannabinoidi può avere sul dolore e sulla funzione
sessuale normale e patologica.
Anche
se già in
tempi molto antichi,
e tra diverse culture, si riteneva che la cannabis avesse un effetto
afrodisiaco aumentando il desiderio e l'eccitazione sessuale tra gli
individui, del
ruolo della Cannabis nella sessualità si torna a parlare anni '70,
quando gli studi erano prevalentemente limitati a quelli sui
roditori, dai
quali emergevano, a tutti gli effetti, delle implicazioni che possono
essere definite dose-dipendenti:
ad esempio a bassi dosaggi il
THC aumentava i comportamenti favorevoli all'accoppiamento
nelle femmine di ratto, cosa che non accadeva a dosaggi molto
elevati.
Nel
1981, gli scienziati scoprirono che il THC stimolava comportamenti
ricettivi e di adescamento sessuale di un maschio (procettività),
insieme a vocalizzazioni precopulatorie, in esemplari femminili di
criceto ovariectomizzati e stimolati dagli estrogeni. Successive
sperimentazioni dimostrarono che
l'assunzione di THC intensificava
le visite del ratto femmina nei confonti del ratto maschio
e quindi non solo i cannabinoidi possono influire sul comportamento
sessuale
ma anche sulla motivazione
riproduttiva.
Con
l'assunzione di THC aumentava anche la velocità con la quale la
femmina raggiungeva il maschio, collocato in un'altra stanza, al fine
di accoppiarsi.
Questi
primi risultati suggerirono che gli
effetti del THC potevano essere estesi ad altre specie e ad altri
comportamenti sessuali.
Fra
i primissimi studi sugli umani si basarono sull'intervista (US
Government Printing Office, Washington, DC,
1972) e venivano effettuate domande espicite come "Pensi
che essere sotto gli effetti della Cannabis stimoli il tuo interesse
sessuale o no?". Circa la metà dei partecipanti rispondeva affermativamente,
soprattutto
le donne.
Venne preso poi in considerazione il dosaggio e, anche se
sarebbero utili dati maggiormente specifici su quantitativi e varietà
(problema frequente anche nelle ricerche più attuali), ne emerse che
l'uso
frequente ma non eccessivo di Cannabis
rispetto all'uso quotidiano intenso o un utilizzo sporadico (meno di
una volta a settimana) era associato a un aumento
del piacere sessuale in circa il 70% dei consumatori.
Studi
analoghi, basati su interviste più o meno strutturate, hanno potuto
osservare gli stessi risultati ovvero dosi
massicce di Cannabis annullavano gli effetti afrodisiaci
mentre comparivano quelli maggiormente sedativi, tutt'altro che
predisponenti alla volontà di intraprendere un coito, fino al
verificarsi di una vera e propria inibizione sessuale.
Uno studio
della stessa epoca storica aggiunse infine che la percezione del piacere,
le sensazioni, la soddisfazione e gli orgasmi erano implementati
quando entrambi i partner, coinvolti nell'atto sessuale, erano sotto
gli effetti della Cannabis.
Una
serie di studi a partire da questi anni in poi si è concentrata
sugli effetti positivi della Cannabis in particolare sulla sfera
sessuale femminile, e le ricerche confermeranno che gli
ormoni femminili rendono le donne più sensibili e prendisposte ad
vere risposte cliniche significative dall'assunzione di questo
fitofarmaco (il che risulta particolarmente utile nel controllo dei sintomi di patologie come l'endometriosi, adenomiosi, la dismenorrea...).
Nel
2012 gli studi cominciano ad utilizzare metodi maggiormente precisi per studiare il
Sistema Endocannabinoide e i suoi effetti sulla funzione sessuale
femminile. Il Sistema Endocannabinoide è diffuso in tutto il corpo, compreso il sistema nervoso centrale e periferico.
Uno degli obiettivi fu quello di misurare le concentrazioni di
endocannabinoidi in circolo per stabilire una correlazione con gli
indici soggettivi e fisiologici (oggettivi) dell'eccitazione sessuale
nelle donne: l'eccitazione sessuale fisiologica veniva misurata con la
fotopletismografia vaginale utilizzata per rilevare le variazioni del
volume sanguigno nel letto microvascolare del tessuto, confermando grazie ai risultati ottenuti l'ipotesi che il Sistema
Endocannabinoide
sia coinvolto
nel funzionamento sessuale femminile.
Anche se il rinnovato interesse medico-scientifico nei confronti della Cannabis è dovuto prevalentemente ai riscontrati (ed ormai comprovati) effetti sul dolore, la nausea, ed altre proprietà che la rendono estremamente utile nel controllo dei sintomi della maggior parte delle patologie esistenti (wow!), è importante notare come, perifericamente, i recettori dei cannabinoidi sono stati individuati negli organi responsabili della produzione di ormoni sessuali, come le ghiandole surrenali, che forniscono una fonte di androgeni, e le ovaie, che forniscono una fonte di estrogeni, progesterone e androgeni, ed il fatto che ciò possa avere delle implicazioni anche sulla sfera della sessualità.
Dal materiale scientifico attualmente disponibile emergono diversi dati interessanti riguardo tutte le fasi del ciclo di risposta sessuale.
I preliminari sono considerati una parte importante della fase di
eccitazione e l'uso
di Cannabis può aumentare le possibilità e la durata dei
preliminari; la Cannabis è anche un vasodilatatore e poiché ci sono
recettori dei cannabinoidi nella regione genitale la funzione sessuale può risultare implementata dal suo impiego; gli
uomini hanno maggiori probabilità di segnalare una maggiore durata
dei rapporti quando usano la Cannabis; è stato riportato che l'uso
di Cannabis prima del rapporto sessuale aumenta il godimento e il
piacere sessuale per gli individui, compreso il sesso orale; consumare Cannabis prima di avere un rapporto sessuale può favorire nelle donne l'esperienza di orgasmi multipli.
Secondo una recente revisione scientifica ( Lynn et al., 2020 ) l'88% dei consumatori presi in esame riporta un maggiore piacere sessuale in occorrenza dell'utilizzo di Cannabis, il 55% un più elevato desiderio sessuale, il 48% sensazioni corporee più coinvolgenti, il 79% una maggiore soddisfazione quando entrambi i partner sono sotto gli effetti della pianta, il 58% sperimenta orgasmi più potenti ma, soprattutto, questa rassegna ci riporta un dato davvero molto interessante che è stato preso ancora poco in considerazione, ovvero:
il 63% degli intervistati riporta un aumento del coinvolgimento emotivo,
contatto mentale e interpersonale con il partner sessuale!
La vicinanza emotiva, la capacità di provare empatia e la
percezione di intimità concorrerebbero, insieme agli altri aspetti,
ad un aumento della soddisfazione sessuale, in quanto una
maggiore sintonizzazione fra i partner potrebbe tradursi in una
migliore capacità di rispondere ai bisogni del proprio partner anche
durante l'attività erotica.
L'uomo sembra essere biologicamente predisposto alla connessione interpersonale, grazie alla capacità di provare empatia e alla presenza dei neuroni specchio (ovvero quella specifica classe di neuroni che si attiva durante un'azione finalizzata e durante la mera osservazione di un'azione finalizzata); si verifica una vera e propria sincronizzazione a livello di diversi indici fisiologici tra individui legati da vicinanza emotiva. Un recente studio (Freihart e Meston, 2019) ha cercato di chiarire la relazione tra sincronizzazione fisiologica e soddisfazione sessuale attraverso misurazioni oggettive rilevate durante alcuni compiti di mirroring proposti a alle coppie volontarie esaminate in laboratorio mentre erano collegate ad un elettrocardiogramma ed i parametri ottenuti sono stati confrontati ad i risultati della somministrazione di test che andavano a misurare la soddisfazione sessuale all'interno della coppia: le coppie più sessualmente soddisfatte avevano maggiori probabilità di sincronizzarsi fisiologicamente, fornendo una prova iniziale della rilevanza della sincronizzazione nelle dinamiche sessuali.
Prevalentemente
concentrata sulla sessualità femminile, maggiormente responsiva agli effetti
dei cannabinoidi, la ricerca scientifica è risultata per molto tempo
ambigua e deficitaria per quanto concerne aspetti prettamente
maschili e gli studi, anche se privi della pretesa di essere
conclusivi, ipotizzavano potenziali effetti negativi sulla capacità
erettile, sulla produzione di testosterone e riguardo la
spermatogenesi.
D'altro canto questo non
risulta particolarmente sorprendete se si considera il fatto che per
molti anni la ricerca ha completamente tralasciato di discernere fra
consumo di Cannabis (inalazione tramite vaporizzatori, oli, edibili,
decotti... prescritti a scopo medico) e fumo di Cannabis (con o senza
aggiunta di tabacco, fortemente sconsigliato dai medici).
Fumare,
infatti, ha notoriamente effetti infausti sull'apparato circolatorio
e di conseguenza sulla funzione sessuale e riproduttuva, compromettendo la capacità di ottenere e mantenere l'erezione,
riducendo anche la motilità degli spermatozoi e alterandone la
morfologia.
Proprio per questo uno
studio canadese su larga scala effettuato nel 2021 (Shiff et al.) si
è proposto di fornire prove
convincenti contro i presunti effetti deleteri del consumo di
Cannabis sulla funzione sessuale maschile. Lo studio osservazionale
ha preso in esame uomini che hanno frequentato una clinica
andrologica per la valutazione dell'infertilità dal 2008 al 2017.
A
tutti i pazienti della clinica è stato somministrato un questionario
per rilevare dati demografici, utilizzo di sostanze e funzione
sessuale auto-riportata.
La funzione
erettile
è stata valutata utilizzando
il
Sexual
Health Inventory for Men (SHIM).
I sintomi della carenza di androgeni sono stati valutati utilizzando
il questionario
Androgen Deficiency in the Aging Male (ADAM).
Gli uomini che hanno riferito di aver fatto uso di cocaina, eroina,
ecstasy e LSD sono stati esclusi dall'analisi.
L'importanza di
questo studio, risiede anche nel fatto che sono state soppesate le
variabili relative al consumo di fumo e alcolici, entrambe correlate
negativamente con la funzione erettile e la fertilità, fornendo
prove
convincenti contro l'ipotesi che il consumo di Cannabis possa avere
effetti negativi sulla funzione sessuale maschile
ed escludendo effetti negativi della pianta sulla produzione di
testosterone.
Uno
studio, basato su
un sondaggio self-report gestito tramite il software online Qualtrics
e approvato
dall'Institutional
Review Board
della East
Carolina Universityapparso
da pochi giorni sul Journal
of Cannabis Research
(Moser et al., 2023), cerca di completare le nozioni attualmente
esistenti sui benefici sessuali del consumo di Cannabis, esaminando
l'influenza percepita di tale consumo sul funzionamento e la
soddisfazione sessuale.
Lo studio si basa sul classico ciclo
di risposta sessuale di Kaplan e Masters e Johnson (desiderio,
eccitazione, orgasmo, plateau, risoluzione)
includendo la soddisfazione per completare il ciclo di risposta
sessuale.
La
sensualità coinvolge i sensi (gusto, tatto, olfatto, suono e vista)
e, ai fini di questo studio, è incorporata come un aspetto della
soddisfazione sessuale. È stato riportato continuamente che la
Cannabis migliora il gusto e il tatto,
ma sembra avere un effetto minore su udito, olfatto e vista.
La letteratura precedente suggerisce che il rilassamento migliora la sensualità, quindi è stato incluso un elemento per misurare il rilassamento durante il sesso quando si usa Cannabis.
Oltre la metà dei partecipanti ha riferito di usare la Cannabis quotidianamente (62,8%), per scopi ricreativi e medicinali (57,7%) e intenzionalmente prima di fare sesso (59,8%).
La maggior parte dei partecipanti (78,8%) ha affermato che la Cannabis non influisce sul proprio processo decisionale sessuale (contrariamente a quanto avviene in caso di assunzione di alcolici) e che la Cannabis aumenta leggermente o aumenta significativamente il rilassamento durante il sesso (87,7%).
Importante
notare come la soddisfazione sessuale non sia un argomento che
riguarda solamente chi è impegnato in una relazione di coppia e chi
ha uno o più partner sessuali, cosa di cui lo studio ha tenuto conto, rilevando che per il 62,5% dei partecipanti la
Cannabis aumenta leggermente o aumenta significativamente il piacere
durante la masturbazione.
Altro punto interessante dello studio è stato il fatto di includere anche i membri della popolazione LGBTQIA+ e quasi il 74% del campione ha riferito di avere una relazione monogama, il che smentisce una percedente ricerca che vedeva i consumatori regolari di Cannabis come persone che avevano meno probabilità di avere una relazione stabile (Chan et al. 2021).
Nel complesso, l'uso di Cannabis tende ad avere un'influenza positiva sul funzionamento sessuale percepito e sulla soddisfazione degli individui indipendentemente da genere, età, tipo di relazione e questo è particolarmente importante dal punto di visita della salute!
Si tende erroneamente a considerare il colloquio con il proprio medico un contesto non del tutto adatto a parlare di sessualità, mentre invece la salute sessuale è un tassello non trascurabile nel quadro generale del benessere psicofisico e una disfunzione sessuale può essere la spia di diverse patologie che potrebbero essere individuate più facilmente e velocemente se il medico includesse nell'anamnesi delle indagini mirate o invitasse il paziente a parlarne apertamente.
Dovrebbe essere tenuto inoltre in maggiore considerazione il fatto che non sempre pazienti con patologie, anche gravi o invalidanti, smettono automaticamente di desiderare l'intimità sessuale, che anzi potrebbe continuare, grazie ad un supporto professionale, ad arricchire qualitativamente la loro esperienza di vita, con benefici su umore e salute complessiva.
Laddove non è la patologia stessa a creare problemi in quest'ambito, basti pensare che la maggior parte dei farmaci tradizionali ha delle ripercussioni negative su vari aspetti della funzione sessuale.
Gli antidepressivi e gli stabilizzatori dell'umore possono rendere difficoltoso il raggiungimento dell'orgasmo e l'eiaculazione oltre a ridurre il desiderio sessuale. Con l'impiego di gabapentin sono frequentemente riscontrati problemi di anorgasmia. Gli effetti collaterali delle benziodiazapine includono una riduzione della funzione erettile e la difficoltà a raggiungere l'orgasmo. E lo stesso avviene con i farmaci usati per le patologie cardiovascolari, gastrointestinali, endocrinologiche, oncologiche e gli oppiacei. Senza contare che molti farmaci prescritti per il dolore e il tono dell'umore possono provocare appiattimento emotivo, con conseguenze anche per il benessere di coppia.
Con le sue molteplici proprietà la Cannabis rappresenta un'alternativa sicura ed efficace per trattare innumerevoli sintomi e può essere utilizzata anche per supportare le terapie tradizionali, potenziandone gli effetti benefici e contrastando quelli avversi.
È inoltre ipotizzabile in futuro un utilizzo mirato della Cannabis come trattamento della disfunzione sessuale come comincia ad avvenire già in caso di ansia da prestazione, ipertono del pavimento pelvico e dolore coitale.
La futura ricerca sulla Cannabis dovrebbe concentrarsi su specifici profili, metodi e forme di cannabinoidi per indicare in che modo ottenere un maggiore impatto su diversi aspetti della sessualità maschile e femminile.