Neuropatia Alcolica e Dipendenza. Come la Cannabis Medica e il ripristino del Microbiota Intestinale possono aiutare.

22.03.2023


LE TERAPIE NATURALI, COME FITOTERAPIA E NUTRIZIONE, POSSONO ESSERE UN AIUTO CONCRETO NELLA LOTTA CONTRO L'ALCOLISMO E NELLA GESTIONE DEI SINTOMI DI PATOLOGIE CAUSATE DALL'ABUSO D'ALCOL.
IL RIPRISTINO DEL MICROBIOTA INTESTINALE E L'IMPIEGO DI CANNABIS MEDICA POSSONO RIVELARSI UTILI NELLA PREVENZIONE DELLE RICADUTE E NEL CONTRASTARE I PROCESSI NEURO-INFIAMMATORI CHE POSSONO CAUSARE NEUROPATIA ALCOLICA. I CANNABINOIDI POSSONO ESSERE EFFICACI NELLA GESTIONE DEI SINTOMI DELL'ASTINENZA E DEL DOLORE DOVUTO ALLA NEUROPATIA.

Le bevande alcoliche sono di uso comune in tutte le società umane, sin dall'inizio della storia documentata. Si tratta di una sostanza psicoattiva, legale, diffusa in tutto il mondo, in grado di creare elevata dipendenza ed avere un impatto molto significativo sulla salute fisica, mentale, sociale ed economica delle persone.

Quando assumiamo alcolici, stiamo introducendo nel nostro organismo nientemeno che una tossina, ovvero una sostanza che il nostro fegato dovrà smaltire senza trarne benefici.

Quando la quantità di alcol consumata è superiore alle capacità di smaltimento del fegato, si verifica un'intossicazione acuta da etanolo. Possono facilmente verificarsi nausee, vomito, amnesie e condizioni avverse come linguaggio alterato, coordinazione compromessa, andatura instabile, nistagmo.

I pericoli, in caso di intossicazione acuta, possono essere molto elevati: l'alcol ha effetti sull'attività della corteccia prefrontale e dei lobi temporali, rispettivamente responsabili del pensiero razionale, della capacità di sopprimere la rabbia, effettuare valutazioni oggettive: tutti compiti che appaiono via via più difficili con l'aumentare dei quantitativi di bevande alcoliche assunte; la compromissione di queste capacità può divenire motivo di incidenti gravi per se stessi e per gli altri, come in caso di guida in stato di ebrezza, e di comportamenti violenti, liti e aggressioni.

L'Istituto superiore di Sanità (ISS) stima che gli incidenti stradali alcol correlati in Italia sono pari al 30-35% degli incidenti mortali. Fino al 40% dei crimini violenti sono commessi da persone che si trovavano sotto l'effetto dell'alcol al momento del crimine.

L'abuso di alcol è un fattore determinante negli episodi di violenza domestica, nei reati in luoghi pubblici, nelle molestie o nelle aggressioni da parte di terzi alcolizzati.

Oltre a poter determinare il verificarsi di incidenti e comportamenti antisociali, l'assunzione massiccia di alcolici può essere di per sé pericolosa e fatale, potendo provocare stupore, coma, crisi respiratoria e morte.

L'alcol aumenta l'attività della dopamina nel circuito mesolimbico della ricompensa e allo stesso tempo stimola il rilascio di endorfine: ecco perché l'umore di una serata decolla dopo qualche bicchiere con sentimenti di euforia e condivisione.
Bere attenua, temporaneamente, l'attività delle aree del cervello che regolano l'inibizione e quelle che sono implicate nello stress.

Pur creando inizialmente un generale senso di benessere e relax, il consumo di alcol è in realtà fortemente associato allo stress, in quanto bere comporta un incremento significativo dei livelli di cortisolo ed al contempo un abbassamento dei livelli di serotonina: depressione e comportamenti aggressivi sono solo alcuni dei risultati di questo deficit.
Questi meccanismi sono fra quelli alla base della dipendenza.

I pericoli infatti non sono solamente relativi alle conseguenze di un'intossicazione acuta: molti sono dovuti all"uso problematico di alcol" nel tempo e alla dipendenza che è, a tutti gli effetti, una malattia cronica, recidivante e potenzialmente mortale, oltre ad essere considerata una dei problemi sanitari e sociali più rilevanti.

Il 3,8% dei decessi globali totali sono attribuibili all'alcol.

125 miliardi di euro, pari all'1,3% del Pil europeo è la stima dei costi sanitari e sociali provocati dall'alcol in Europa, in media 650 euro all'anno per ogni famiglia.

Sfortunatamente effettuare una diagnosi di alcolismo, e quindi provare a trattarlo prima che si verifichino conseguenze, risulta molto difficile in quanto chi beve tende a negare o minimizzare il problema, anche se i costi personali sono tutt'altro che trascurabili: il comportamento è infatti associato a problemi di salute mentale, compromissione funzionale, pancreatite cronica, ictus, disfunzione epatica con danni al fegato anche irreversibili e che possono portare al decesso.

In quanto tossina l'alcol può danneggiare il tessuto nervoso.

La degenerazione assonale e la demielinizzazione dei neuroni sono state osservate sia negli esseri umani che nei topi di laboratorio che ricevevano alcol.
La causa risiede in un processo multifattoriale dovuto ai danni causati dai radicali liberi, dal rilascio di marcatori infiammatori e dallo stress ossidativo.

Esiste un tipo di neuropatia periferica detta Neuropatia Alcolica.
Si tratta di una condizione che comporta formicolio agli arti e alle estremità, debolezza di gambe e braccia, ma soprattutto dolore: il che accade perché i nervi sono stati letteralmente danneggiati dall'alcol.
La patologia colpisce fino al 66% degli individui classificabili come "alcolisti a lungo termine", anche se non esiste un vero e proprio dosaggio sicuro o un limite di tempo nell'abuso d'alcol che possa garantire la sicurezza di non incorrere in questo o altri pericoli per la salute.
L'eziopatogenesi del disturbo risulta abbastanza complicata, ma rimane chiaro come l'
alcol etilico sia responsabile di un effetto negativo sulla conduzione degli impulsi nervosi, in maniera proporzionale ai quantitativi di bevande alcoliche assunte giornalmente.
L'evoluzione della condizione è infausta. Seppure inizialmente il dolore possa essere improvviso e di breve durata, l'intensità diviene in genere costante e duratura nel tempo: una volta manifestatasi la sintomatologia non regredisce ma peggiora nel tempo, a volte persino nell'arco di pochi giorni.

Molto comune in chi soffre di questa neuropatia è la Sindrome del Piede Urente che si manifesta con una sensazione di calore eccessivo e bruciore sotto le piante dei piedi, con intensità variabile, dal fastidio fino alla difficoltà o impossibilità di camminare.

Purtoppo ad oggi la gestione della medica della patologia, una volta instauratasi, non è soddisfacente.
Il trattamento si basa sulla reintegrazione dei nutrienti base, carenti in caso di periodi prolungati di eccessi alcolici (vitamina B, vitamina C e acido folico) e sull'astinenza dall'acol, laddove s'incontra la compliance del paziente che, qualora risulti essere scarsa porta in genere ad un peggioramento della condizione e della qualità di vita.

Anche nei pazienti che smettono di bere, la neuropatia residua è molto comune.

Da tempo ormai ci si riferisce in campo medico all'intestino come un secondo cervello, o cervello emotivo (possiede circa lo stesso numero di neuroni che si trovano nel midollo spinale e addirittura il 90% della serotonina -il neurotrasmettitore che nel cervello regola il tono dell'umore, il sonno, l'appetito- viene prodotta dall'intestino) ma solo recentemente è stato dimostrato che il microbiota intestinale regola le funzioni cerebrali ed il comportamento.

Oltre agli effetti deleteri sul cervello, l'abuso cronico di alcol altera anche la composizione e la funzione del microbiota intestinale.

Analizzando la composizione del microbiota intestinale e vari aspetti comportamentali in un gruppo di persone con dipendenza da alcol, i ricercatori di un recente studio (Leclercq et al., 2020) hanno dimostrato che le alterazioni del microbiota sono associate a cambiamenti metabolici che influenzano effettivamente diversi processi comportamentali e neurologici come la depressione e la neurotrasmissione, noti per essere coinvolti nell'abuso di alcolici.
I risultati, pubblicati su Cell Reports, suggeriscono che le terapie volte a ripristinare il microbiota intestinale potrebbero aiutare le persone con dipendenza da alcol ad evitare le ricadute.

I cambiamenti microbici includono, tra gli altri, una drastica diminuzione del
Faecalibacterium Prausnitzii
, noto per le sue proprietà antinfiammatorie.

Dal momento che la neuro-infiammazione può portare alla demielinizzazione (di Penta et al., 2013) e ad un alterato equilibrio tra neurotrasmissioni inibitorie ed eccitatorie (Olmos e Lladó, 2014) e quindi al danno e al malfunzionamento dei nervi periferici con quei disturbi del movimento e sintomi dolorosi particolarmente intensi alle estremità, tipici della Neuropatia Alcolica. Il ripristino del microbiota nei consumatori d'alcol potrebbe avere un ruolo nel contrastare lo sviluppo o il peggioramento della patologia.

La gestione del dolore neuropatico presenta un'esigenza clinica insoddisfatta: meno del 50% dei pazienti che soffre di neuropatie ottiene un sostanziale sollievo dal dolore con farmaci i attualmente raccomandati come pregabalin, gabapentin, duloxetina e vari antidepressivi triciclici.

I cannabinoidi hanno dimostrato di inibire il dolore "potenzialmente in ogni paradigma di dolore sperimentale" in sede sovra-spinale, spinale e periferica.

In tempi relativamente recenti è stato visto ed abbondantemente dimostrato come i cannabinoidi abbiano un effetto significativo sul dolore neuropatico e la loro grande efficacia nella sua effettiva riduzione, senza comportare esiti potenzialmente fatali come nel caso degli oppiacei, motivo per cui i medici che prescrivono questo tipo di farmaci dovrebbero prendere in considerazione la Cannabis come una terapia di prima scelta.

Oltre alla riduzione del dolore e quindi al miglioramento della qualità di vita, la Cannabis è anche in grado di ridurre la neuro-infiammazione, alla base del danno ai nervi periferici, e al contempo può essere un ottimo sostengo al tono dell'umore: cosa che, come dimostrato, può aiutare ad evitare eventuali ricadute nella dipendenza da alcolici.

La Cannabis risulta essere una risorsa molto importante anche nella gestione dei sintomi di astinenza da alcol che possono presentarsi nel paziente che sta smettendo di bere: è infatti in grado di ridurre i tremori e l'agitazione psicomotoria, la nausea; influisce inoltre positivamente sulla qualità del sonno (sonno agitato, non ristoratore e insonnia sono molto comuni in chi si sta disintossicando dall'alcol).

Sconfiggere la dipendenza dagli alcolici può essere un processo lungo e difficile ma non impossibile!
Data la natura multifattoriale della problematica, è essenziale che il paziente si affidi ad un'équipe multidisciplinare. 
Una psicoterapia può risultare utile e risolutiva nei confronti della problematica.
La Cannabis Medica, ed un piano nutrizionale mirato con l'inserimento di alcuni integratori possono essere un aiuto concreto per un recupero rapido ed efficace a seguito di un consumo problematico di alcolici, aiutando così ad evitare i numerosi danni a cellule e organi, in particolare a carico di tessuto nervoso e fegato.