Relazione fra Violenza di Genere e utilizzo di Sostanze: il ruolo della Cannabis.
ESISTE UN COMPLESSO MA STRETTO RAPPORTO FRA UTILIZZO DI SOSTANZE E VIOLENZA DI GENERE, LA CANNABIS PRESENTA UNA CORRELAZIONE INVERSA FRA IL SUO UTILIZZO E COMPORTAMENTO VIOLENTO. LA CAPACITÀ DELLA CANNABIS DI RIDURRE L'AGGRESSIVITÀ È UTILE NEL TRATTAMENTO SINTOMATICO DI PATOLOGIE COME L'ALZHEIMER E LA DEMENZA SENILE
La
Violenza ha varie sfaccettature e può essere un fenomeno più o meno
visibile e riconoscibile.
L'Orgnizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la definisce come l'utilizzo
intenzionale della forza fisica o del proprio potere contro se
stessi, contro un'altra persona o contro un gruppo/comunità, tale
da determinare (sia in termini di probabilità che in termini di
effettivo esito) lesioni fisiche, danni psicologici ed esistenziali,
problemi nello sviluppo (nel caso dei bambini), morte.
Subire violenza può comportare problemi psicologici come
sindromi depressive, problemi somatici come tachicardia, sintomi di
ansia, tensione, sensi di colpa e vergogna, bassa autostima, disturbo
post-traumatico da stress e molti altri.
Stando ai dati
dell'Istat il 76% delle vittime di Stalking sono donne mentre gli
uomini sono solo il 24%.
Sono
più spesso le donne a subire Gaslighting
in ambito relazionale e in ambito medico.
Le donne con Dolore Cronico sono più colpevolizzate rispetto
agli uomini quando non riescono a trovare il tempo e le energie per
occuparsi della casa e della famiglia.
Le donne sono le più
colpite dal Mobbing: si
stima che, in Italia, siano 1milione e 404mila (8,9%) le donne che
abbiano subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di
lavoro.
L'Abuso Sessuale colpisce in particolare le donne (5,6%,
contro lo 0,8% degli uomini).
Le
differenze di genere quando si tratta di Omicidio sono forti: in
ambito familiare o affettivo nel 2019 sono il 27,9%
del totale degli omicidi di uomini e l'83,8% di quelli che hanno
come vittime le donne.
Le donne sono uccise soprattutto dal
partner o ex partner (61,3%).
Il
termine Femminicidio è un neologismo che identifica i casi
di omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna
viene uccisa da un individuo di sesso maschile per motivi basati sul
genere.
Il 25 novembre è la data scelta dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo argomento: la violenza sulle donne, fenomeno dilagante in Italia e nel mondo intero che si consuma prevalentemente (ma non solo) fra le mura domestiche, all'interno della famiglia o una relazione affettiva sia essa in corso o terminata.
Il rapporto fra uso di sostanze e violenza di genere è ancora poco definito da relazioni causa-effetto, è complesso e allo stesso tempo molto stretto.
In
un clima politico di maggiore apertura a livello internazionale verso
la Cannabis, soprattutto in ambito medico, con un crescente numero di
pazienti che utilizzano questa pianta per il trattamento del dolore e
ed altre condizioni più o meno invalidanti, è opportuno fare
chiarezza sulle ripercussioni psicosociali che l'impiego di questo
farmaco dagli effetti psicotropi, e oggetto di innumerevoli
pregiudizi, possa realmente comportare.
Oltre al carattere e la personalità, anche fattori d'influenza a livello
relazionale, comunitario e sociale possono concorrere al verificarsi del comportamento violento. Conoscere i fattori di rischio e di protezione è importante per
elaborare misure di prevenzione efficaci.
La Caffeina è una delle sostanze più
comunemente utilizzate in tutto il mondo ma il suo abuso è
tutt'altro che innocuo: bere troppi caffè innesca il rilascio di
adrenalina, che è alla base delle risposte attacco-fuga. Questo
meccanismo comune a tutto il regno animale non è che un meccanismo di sopravvivenza: aggirando il pensiero razionale ci permette di avere
una risposta immediata in caso di pericolo.
Elevate dosi di caffeina
mandano il cervello e il corpo in questo medesimo stato di
sovraeccitazione, ma il comportamento che ne deriva sarà molto meno
appropriato se si tratta di partecipare ad una riunione di
condominio, una discussione con un cliente scortese o con il proprio
partner. La caffeina è correlata con un maggiore consumo di
alcolici, probabilmente per il fatto che questa sostanza maschera in
parte gli effetti dell'alcol portando il consumatore a
sottovalutarli, inoltre il connubio caffeina-alcol
è stato associato a un aumentato rischio di esercitare abuso
sessuale.
Fino
al 40% dei crimini violenti sono commessi da persone che si
trovavano sotto l'effetto dell'Alcol al momento del
crimine.
L'abuso di alcol è un fattore determinante negli
episodi di violenza domestica, nei reati in luoghi pubblici, nelle
molestie o nelle aggressioni da parte di terzi alcolizzati.
Gli
uomini che si rivolgono a centri specializzati o gruppi di mutuo
aiuto per problemi di comportamento violento, presentano al contempo
problemi di alcolismo e le donne vittime di violenza riportano quasi
sempre problemi legati all'abuso di alcolici all'interno della
coppia, solitamente imputabili all'uomo, motivo per cui in genere
le offerte di consulenza si occupano di entrambi gli aspetti.
Sebbene l'alcol non sia l'unico motivo che concorre al
perpetrarsi di atti violenti, numerosi studi lo ritengono un fattore
di rischio ed al contempo precipitante: un sostanziale numero di
violenze domestiche ha luogo dopo che l'aggressore ha bevuto.
Il
motivo sarebbe da imputare al fatto che l'assunzione di alcolici
ridurrebbe la capacità di problem solving e con essa quella di
risolvere le discussioni in modo pacifico. Inoltre il bere è
correlato alla probabilità di assumersi maggiori rischi con una
ridotta propensione a valutare le conseguenze. L'emotività amplificata, la
riduzione della coscienza e della preoccupazione concorrerebbe anche alla
gravità delle aggressioni messe in atto.
Sia l'alcol che la
Cannabis sono storicamente state utilizzate nell'ambito di contesti
sociali ma la prima è associata a comportamenti violenti mentre la
seconda sembra ridurli. Contrariamente a quanto avviene per l'alcol,
infatti, studi sociali riportano correlazioni inverse fra consumo di
Cannabis e violenza domestica. I uno studio di Smith e collaboratori
(2015), fra le coppie che sono state valutate nell'arco di nove anni,
quelle in cui entrambi i partner consumavano la Cannabis i tassi
d'abuso erano i più bassi.
Secondo
quanto riportano i ricercatori della Pennsylvania, dove la Cannabis è
stata legalizzata, è stato riscontrato un calo del 20% di lesioni
dovute a violenza domestica e del 23% degli incidenti che coinvolgono
un'arma da fuoco: sembra che liberalizzazione della sostanza possa
favorire un clima meno violento nella società.
Uno studio
condotto in Spagna dall'Unità
di Ricerca Psicobiologia delle Tossicodipendenze (Rodriguez 2013) ha
riscontrato
che quando ai topi veniva somministrato THC, il principale componente
della Cannabis responsabile del suo effetto analgesico, questo
riduceva significativamente i livelli di aggressività. Lo studio ha
quindi esaminato il ruolo del recettore del cannabinoide CB1 (al
quale il si lega il THC) nell'influenzare il comportamento
aggressivo: i topi fatti nascere senza questo recettore risultavano
per natura più aggressivi.
I topi sono animali estremamente
sociali, e la solitudine può compromettere il loro benessere
inducendo stati d'ansia e comportamento aggressivo.
Studi analoghi
a quello
di Rodriguez e
collaborari
riportano che anche il CBD, il secondo componente più studiato della
Cannabis,
era, in una relazione dose-dipendente, in grado di ridurre
l'aggressività nei topi che erano stati sottoposti ad
isolamento.
La Cannabis, è infatti utilizzata nel trattamento
sintomatico in alcune patologie caratteristiche dell'invecchiamento
come la Demenza Senile e l'Alzheimer, purtroppo spesso caratterizzate da picchi di aggressività e stati d'animo fortemente rancorosi che CBD e THC risultano in grado di mitigare, oltre al favorire
sonno, appetito e ridurre il dolore in questi pazienti.
Se, stando alle ricerche, l'utilizzo di cannabinoidi non sembra dover essere
motivo di allarme nei partner e nei familiari di chi utilizza questi
fitofarmaci a scopo medico, lo stesso non si può dire nel caso ad
essere consumato sia un cocktail di sostanze: l'assunzione di
Cannabis insieme ad alcool e cocaina risulta invece essere un forte
predittore di episodi di aggressività e violenza. La Cocaina,
sebbene non possa modificare di per sé la personalità di chi ne fa
uso, può favorire il ricorso a schemi di comportamento spiccatamente
aggressivi ed è frequente che i partner di persone che fanno
utilizzo di cocaina si rivolgano ai professionisti della salute e ai
centri specializzati nelle dipendenze per cercare di proteggere se
stessi e i propri figli, senza riuscire a parlare direttamente con il
compagno del problema legato al suo consumo della sostanza, per paura di reazioni violente.
Non è infrequente leggere di crisi psicotiche negli articoli di cronaca nera.
Le Psicosi sono definite come un gruppo eterogeneo di disturbi che hanno
in comune la comparsa di sintomi e comportamenti dovuti alla
compromissione della capacità di effettuare un esame della realtà.
Il termine "aggressività" compare in modo ricorrente nei quadri
clinici di questi pazienti, e si manifesta con la tendenza ad
attaccare gli altri in forma simbolica, verbale, gestuale o fisica.
Vero è che la Cannabis può essere utilizzata a scopo
antidepressivo in caso di disturbo lieve o secondario, ad esempio
quando il tono dell'umore basso è dovuto ad una condizione medica
organica sottostante che compromette la qualità della vita del
paziente.
Ma in alcuni tipi di Depressione piuttosto severi, nel Disturbo Bipolare e nel Disturbo Psicotico occorre prestare
particolare attenzione in quanto l'utilizzo di THC può essere del
tutto controindicato aggravando gli episodi maniacali e di
derealizzazione, diversamente dal CBD che invece ha effetti
antipsicotici.
La Cannabis è stata recentemente riscoperta in ambito medico e la ricerca ne sta esplorando via via sempre di più le sue molteplici potenzialità che possono curare, migliorare e arricchire la vita dell'uomo, ma si tratta di una sostanza psicoattiva da maneggiare con cura e responsabilità sotto una scrupolosa ed esperta supervisione medica.