Cannabis Medica: i vantaggi della vaporizzazione rispetto al fumo

25.10.2024

LA VAPORIZZAZIONE DELLA CANNABIS MEDICA CONSENTE DI EVITARE I DANNI LEGATI ALLA COMBUSTIONE GARANTENDO ANCHE UNA MAGGIORE EFFICACIA DELLA TERAPIA 

La Cannabis Medica è sempre più utilizzata per trattare diverse condizioni come dolore cronico, nausea da chemioterapia, ansia e disturbi del sonno ed uno degli aspetti più importanti per i pazienti e i medici è la modalità di somministrazione: vaporizzare la Cannabis Medica offre vantaggi significativi rispetto al fumarla, riducendo i rischi per la salute derivanti dalla combustione.

Eppure in Italia i pazienti che utilizzano un vaporizzatore per la somministrazione della terapia sono ancora la minoranza.

La vaporizzazione consiste nel riscaldare le infiorescenze di Cannabis a una temperatura inferiore rispetto alla combustione (generalmente tra 160°C e 230°C), permettendo di rilasciare i cannabinoidi e i terpeni senza bruciare il materiale vegetale.
Questo processo presenta benefici notevoli:

1. Riduzione dei Composti Tossici: durante la combustione della Cannabis, si sviluppano composti dannosi come monossido di carbonio, catrame e agenti cancerogeni come il benzene e il toluene.
Studi scientifici, come quello pubblicato su JAMA Network Open, hanno dimostrato che questi composti tossici vengono significativamente ridotti o eliminati con la vaporizzazione.

2. Efficienza e Assorbimento: un altro vantaggio importante riguarda l'efficienza.
La vaporizzazione permette una migliore estrazione dei cannabinoidi, consentendo ai pazienti di ottenere una dose più precisa e controllata rispetto al fumo.
Una ricerca recente pubblicata nel Journal of Psychoactive Drugs ha evidenziato che la vaporizzazione assicura un assorbimento più rapido rispetto all'ingestione e una maggiore disponibilità dei principi attivi rispetto alla combustione.
La differenza di assorbimento fra vaporizzazione ed ingestione possono essere sfruttate a scopo terapeutico per trattare problematiche differenti (ad esempio possono essere impiegate per il dolore acuto l'una e per il dolore cronico l'altra).

3. Migliore Esperienza per il Paziente: vaporizzare la Cannabis produce un aroma e un gusto più delicati rispetto al fumo, poiché non vengono bruciati né tabacco né carta. Questo risulta particolarmente gradito a pazienti che necessitano di trattamenti frequenti e prolungati, come confermato in uno studio condotto da ricercatori della Harvard Medical School.
Evitare che l'assunzione sia poco piacevole può aumentare la compliance terapeutica.

Sebbene le preferenze olfattive siano un fenomeno complesso dovuto all'interazione fra fattori biologici, psicologici ma anche culturali, modellati dall'evoluzione per massimizzare la sopravvivenza, è interessante notare come l'attrazione verso odori specifici possa indicare una predisposizione del corpo a cercare sostanze che possono migliorare il benessere. 
I terpeni, come il Limonene, il Pinene, il Myrcene, sono composti aromatici presenti in molte piante, compresi gli agrumi, le erbe e i fiori.
Sono noti per il loro ruolo nel determinare il profumo e il sapore delle piante e possono influenzare le nostre preferenze, oltre a possedere proprietà come quella sedativa o energizzante, avere effetti positivi sulla concentrazione, avere un ruolo nei processi antinfiammatori.
Questi composti, perciò, non solo contribuiscono alla potenziale attrattiva della pianta ma possono anche avere effetti terapeutici contribuendo al nostro benessere e le nostre emozioni. 
La conservazione dei terpeni, garantita dalle temperature a cui avviene la vaporizzazione, consente pertanto non solo un'esperienza olfattiva più completa ma anche di preservare l'Effetto Entourage della Cannabis, dovuto all'interazione sinergica di terpeni e cannabinoidi, ottenendo il massimo dei benefici terapeutici. 
La combustione dei cannabinoidi e dei terpeni avviene a temperature più elevate rispetto alla vaporizzazione, danneggiando alcuni dei composti attivi e riducendo quindi l'efficacia complessiva della Cannabis. Secondo una ricerca pubblicata di recente sul Cannabis and Cannabinoid Research Journal, fino al 30% dei cannabinoidi può andare perso nella combustione, costringendo i pazienti a dosi più elevate e frequenti, pertanto anche ad uno spreco del prodotto farmaceutico.

Ma i maggiori svantaggi non sono quelli economici: come risaputo da decenni negli studi sul fumo di tabacco, la combustione ha conseguenze nocive per la salute. Per i pazienti che utilizzano Cannabis Medica, queste problematiche si presentano in forme simili: fumare Cannabis, infatti, espone i pazienti a tossine che possono irritare le vie respiratorie e aumentare il rischio di problemi polmonari.
Uno studio recente condotto dalla American Thoracic Society ha indicato che l'inalazione di fumo di Cannabis è associata a una maggiore incidenza di bronchite cronica e infiammazione delle vie respiratorie. 

La Cannabis Medica è anche un rimedio naturale efficace per i disturbi del sonno, grazie agli effetti sedativi del THC e quelli miorilassati del CBD. 
Fumare Cannabis con aggiunta di tabacco può però influire negativamente sulla qualità del sonno.
La nicotina attiva il sistema nervoso, aumentando la vigilanza e rendendo più difficile il rilassamento prima di addormentarsi. Questa sostanza può inoltre ridurre la durata della fase REM, essenziale per il recupero mentale e per la memoria, rendendo anche il sonno meno ristoratore.
I grossi fumatori possono anche sperimentare risvegli frequenti durante la notte dovuti al calo di nicotina nel sangue con sintomi di astinenza che disturbano il sonno. 
La vaporizzazione ed altri metodi di somministrazione della Cannabis risultano più efficaci e possono essere personalizzati dal medico esperto in terapie con i cannabinoidi per trattare l'Insonnia e le diverse tipologie di disturbi del sonno, i quali sono frequentemente peggiorati dal fumo. 

La terapia con la Cannabis è laragamente impiegata per il trattamento dei sintomi oncoloci e da chemioterapia ma il metodo di assunzione attraverso il fumo risulta praticamente un controsenso in quanto i composti tossici dovuti alla combustione possono danneggiare i polmoni e compromettere la salute generale del paziente oncologico il quale già affronta sfide significative causate dalla malattia e dai suoi trattamenti invasivi. Una volta bruciata la materia vegetale di Cannabis produce vari composti tra cui gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che sono noti per le loro proprietà cancerogene.
La terapia può essere massimizzata da altri tipi di somministrazione come la vaporizzazione, consentendo una migliore gestione dei sintomi come dolore, nervosismo, inappetenza, nausea e vomito

La vaporizzazione rappresenta una scelta più sicura e più efficace per i pazienti che usano la Cannabis Medica. Evitando la combustione, non solo si riducono gli effetti collaterali legati al fumo, ma si garantisce anche un'assunzione più precisa dei principi attivi.
Per chiunque utilizzi la Cannabis a scopo terapeutico, optare per la vaporizzazione può fare una differenza significativa nella gestione della propria salute.