La Cannabis come stimolante dell'appetito

30.09.2020

NUMEROSI STUDI HANNO DIMOSTRATO COME L'USO DI CANNABINOIDI IN PAZIENTI AFFETTI DA ANORESSIA O CACHESSIA GENERI UN SIGNIFICATIVO AUMENTO DELL'APPETITO CONTRIBUENDO ALL'INCREMENTO DI PESO CORPOREO


20 milioni di donne e 10 milioni di uomini ad un certo punto della loro vita sviluppano un disturbo alimentare. 

Fra i più frequenti l'Anoressia che comporta perdita di peso di appetito e la Cachessia che si riferisce ad uno stato di estrema denutrizione e perdita di massa muscolare che comporta fatica e debolezza cronica. 

Questi sintomi sono purtroppo molto frequenti nelle malattie autoimmuni, infettive e nei pazienti oncologici, aggravando la situazione e complicando il processo di guarigione. 

L'anoressia è la causa più comune di perdita di peso nelle giovani donne e uno dei motivi principali di ricovero ospedaliero di bambini ed adolescenti.

Vari studi e casi clinici riflettono l'enorme utilità di questa pianta, sottovalutata, per combattere l'anoressia.

Nel 2014 venne pubblicato nella rivista Nature Neuroscience uno studio che rivelava che il tetraidrocannabinolo (THC) attiva i ricettori coinvolti nell'elaborazione degli odori a livello cerebrale, amplificando gusto e olfatto, sensi direttamente legati all'appetito e all'esperienza di mangiare. 

In un altro studio, pubblicato in Nature nel 2015, dei scientifici australiani, tedeschi e statunitensi spiegavano che la stimolazione dell'appetito prodotta dalla cannabis è dovuta all'interazione del fitofarmaco con gli stessi neuroni implicati nella sensazione di sazietà: le pro-opiomelanocortine (POMC).

Un articolo del 2019 pubblicato su Integrative Cancer Therapies (ICT), raccontava di uno studio condotto su pazienti che presentavano nausea, vomito, perdita di peso ponderale e disturbi del sonno dovuti a tumore maligno e chemioterapia. La somministrazione di Cannabis Medica sotto forma di pillole ha comportato un significativo aumento di peso del 17% dei pazienti sottoposti alla terapia, mentre il restante 83% ha, quantomeno, smesso di dimagrire o ha avuto un piccolo incremento. Inoltre il 50% dei pazienti osservati ha riportato di dormire meglio, di avere meno dolori in generale e l'83% ha dichiarato di percepire un deciso aumento dell'appetito. 

l'International Journal of Geriatric Psychiatry pubblicò uno studio placebo realizzato su 15 pazienti con la malattia di Alzheimer, che riportavano una mancanza di appetito cronica e malnutrizione effettiva. 
Lo studio finì per dimostrare che il THC si rivelava utile nel trattamento dell'anoressia, oltre a migliorare alcuni sintomi della sindrome di Alzheimer. Questo studio ha inoltre dimostrato che i pazienti che assumevano la Cannabis Medica incrementarono il proprio peso corporeo in maniera significativa rispetto a coloro ai quali venne invece somministrato il placebo. 

Il Journal Of Palliative Care, nel suo studio "A phase II study of delta-9-tetrahydrocannabinol for appetite stimulation in cancer-associated anorexia", stabilì l'efficacia del THC nella stimolazione dell'appetito, soprattutto in pazienti con tumori in stadio avanzato e terminali.
Il THC, riporta lo studio, veniva tollerato, con effetti collaterali poco significativi. 

Molti pazienti con AIDS soffrono anche di cachessia insieme ad altri sintomi, come ad esempio la mancanza d'appetito, ansia, depressione e sbalzi d'umore, tra gli altri.
Diversi studi clinici hanno dimostrato gli effetti benefici che può apportare la cannabis medica in persone sieropositive, migliorando i sintomi della malattia e gli effetti indesiderati del trattamento antiretrovirale.
Oltre a diminuire il dolore, i cannabinoidi sono estremamente efficaci nell'incrementare l'appetito e quindi numero e consistenza dei pasti consumati, minimizzando così anche i sintomi derivanti dalla cachessia (fatica, debolezza, astenia, malessere generale) e alleviando nausea e vomito provocati dal trattamento per i pazienti con HIV. 

I principi attivi della cannabis non si limitano infatti solo a stimolare l'appetito.                       
La nausea è un sintomo molto correlato al sistema endocannabinoide e nervoso.
Questa sensazione spiacevole allo stomaco e alla gola, spesso accompagnata da conati di vomito, è causata da movimenti gastrici anomali e percepiti come disturbanti.
L'alterazione può essere causata da dispepsia, dalla presenza di patogeni o può insorgere di conseguenza a trattamenti come la chemioterapia o radioterapia.
Il THC può alleviare questo sintomo sgradevole in virtù del suo ruolo nel sistema endocannabinoide: una volta agganciatosi ai recettori nel cervello, provoca reazioni a catena che calmano gli spasmi e stabilizzano la mobilità gastrica.

Non sempre la perdita di appetito e relativa perdita di massa corporea sono da imputare ad un problema di salute fisica: ciò che contraddistingue l'Anoressia Nervosa dalle altre forme è il rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare.                                                        "I malati di Anoressia sentono di acquisire potere grazie al non cedere alla voglia di mangiare, per cui stimolare il loro appetito non sempre basta per fargli superare i problemi neurobiologici associati al loro disturbo", spiega Tamara Pryor, responsabile di ricerca clinica del Centro di Disturbi Alimentari di Denver.
"Ciò nonostante, la Cannabis può essere uno strumento molto utile se combinata con la psicoterapia".

La pianta di cannabis contribuisce ad attenuare gli episodi di ansia, a ridurre lo stress e a migliorare il tono dell'umore e può ridurre i pensieri negativi.
Di conseguenza, i pazienti sono meno propensi a con riflessioni tormentose e ad ossessionarsi circa il proprio corpo e il momento del pasto, e può conferire un maggior senso di attrazione nei confronti delle pietanze. 

Di per sé la Cannabis non basterà a modificare le abitudini alimentari nè a risolvere il problema alla radice: le persone afflitte da questo tipo di anoressia dovranno sottoporsi ad una terapia per lavorare sulla loro dismorfia corporea e per smettere di considerare il cibo un nemico.