La Cannabis Medica per i pazienti con Alzheimer
LA CANNABIS PUÒ MIGLIORARE LA QUALITÀ DI VITA DELLE PERSONE CON ALZHEIMER FAVORENDO UN UMORE PIÙ DISTESO, UN SONNO PIÙ RIPOSANTE, ALLEVIANDO I DOLORI E RIDUCENDO L'AGGRESSIVITÀ AGENDO ANCHE SULLA NEURO-INFIAMMAZIONE E LO STRESS OSSIDATIVO
Il morbo di Alzheimer è una forma molto comune di demenza che provoca problemi con la memoria, il ragionamento e il comportamento.. Generalmente, i sintomi si sviluppano lentamente e peggiorano con il passare del tempo, diventando talmente gravi da interferire con le attività quotidiane
Quasi tutti i pazienti sviluppano sintomi neuropsichiatrici durante il decorso di questa malattia e,
fra tutti, quelli che si manifestano con più frequenza sono
depressione ed apatia, insieme ad agitazione (verbale e fisica) molto
elevata.
Con il progredire della patologia possono comparire deliri (molto spesso persecutori), allucinazioni e comportamenti spiccatamente aggressivi: i pazienti possono subire cambiamenti di personalità, incluso diventare completamente inattivi, estremamente chiusi o al contrario euforici e facilmente irritabili.
Anche i ritmi circadiani sono pesantemente alterati nei pazienti che soffrono di Alzheimer, ben oltre i fisiologici cambiamenti nelle fasi del sonno tipici della terza età.
Nella maggior parte dei casi le cause che hanno portato alla malattia restano sconosciute.
La
diagnosi viene effettuata sulla base dell'analisi delle capacità
mentali del paziente ed è importante per cominciare ad intervenire
sebbene la somministrazione di farmaci possa alleviare solo i
sintomi: anche se ci sono molti studi clinici attualmente in corso
che aspirano a trovarlo, non esiste purtroppo alcun farmaco o altro
trattamento che abbia un effetto curativo, motivo per cui è molto
importante la focalizzazione sulla profilassi della malattia che può
essere attuata con uno stile di vita sano, la riduzione dello stress
ossidativo e il miglioramento della salute e del benessere generale
attraverso scelte di vita proattive.
Una
nuova corrente scientifica sostiene la ricerca di innovative terapie
multitarget contro l'Alzheimer, in grado di modulare in parallelo i
principali eventi patologici che determinano il progressivo
deterioramento funzionale dei pazienti. In questo contesto, il
potenziale terapeutico dei cannabinoidi contro questa malattia sta
guadagnando molto interesse, supportato da prove crescenti (ottenute
dallo studio della composizione del sistema endocannabinoide in
campioni post mortem di cervelli di pazienti affetti dalla malattia e
da studi su modello animale) che mostrano un miglioramento dei
sintomi dell'Alzheimer dovuti proprio a queste sostanze.
(In tutti i
casi le dosi di cannabinoidi che sono state testate in modelli
sperimentali sono state molto inferiori a quelle che producono gli
effetti psicoattivi caratteristici del consumo di Cannabis.)
Questa
protezione neuronale contro il peptide Aβ potrebbe essere associata,
da un lato, alla capacità dei cannabinoidi con attività sul
recettore CB2 di promuovere l'eliminazione di questo peptide e
ridurre le vie di segnalazione attivate dall'Aβ che portano alla
morte cellulare, e da un altro l'altro alla stimolazione della
neurogenesi (formazione di nuovi neuroni) e al mantenimento dei
pulsanti sinaptici, determinanti per la corretta comunicazione tra
neuroni.
Anche se i dati sono incoraggianti, e la Cannabis risulta in grado di ridurre la neuro-infiammazione (che contribuisce sia allo sviluppo che alla progressione dell'Alzheimer), attualmente la terapia si basa sul migliorare il più possibile le condizioni di vita dei pazienti con A. grazie alla gestione dei sintomi che si manifestano: andando a migliorare la qualità del sonno, incrementando l'appetito per evitare il sovraccarico dovuto alle carenze alimentari che possono peggiorare le condizioni cognitive, oltre che fisiche, del paziente.
La terapia dovrebbe
mirare anche a migliorare l'umore, spesso gravemente compromesso nei
pazienti con A., e a mitigare i comportamenti rabbiosi e aggressivi
che rendono in genere molto difficile il lavoro di accudimento del
paziente per chi se ne prende cura.
La Cannabis può essere un
valido alleato per piccole e grandi problematiche dovute all'età
avanzata ma è molto importante valutare insieme ad un medico
esperto, sulla base dello stile di vita, quantità e qualità di assistenza ricevuta dall'anziano da parte dei care-givers e compatibilità con gli altri
medicinali assunti, la possibilità di inserire una terapia con i
cannabinoidi per migliorare la qualità di vita e ritrovare momenti di serenità, vicinanza e affetto fra l'anziano e i propri cari.