Long-Covid: di cosa si tratta e come affrontarlo al meglio con la Cannabis Medica
STUDI NEL 2022 APPROFONDIRANNO LA POSSIBILITÀ CHE LA CANNABIS MEDICA POSSA ESSERE UTILE NEL CONTENIMENTO DELLA SINTOMATOLOGIA DOVUTA AGLI EFFETTI DEL LONG-COVID CARATTERIZZATA DA EMICRANIA, INSONNIA, DOLORE MUSCOLARE, STANCHEZZA E LA RISPOSTA IMMUNITARIA ECCESSIVA AIUTANDO I PAZIENTI A SUPERARE QUESTA FASE CONSEGUENTE ALL'INFEZIONE DA COVID-19
Come ben noto gli esiti del Covid-19
possono purtroppo essere anche fatali ma le manifestazioni sono estremamente
variabili a seconda delle varianti del virus e su base individuale: i positivi possono essere completamente asintomatici
oppure presentare sintomi in parte assimilabili ad una forte
influenza (con alcune differenze) e risolversi entro qualche giorno dalla comparsa oppure
possono rendersi necessarie lunghe e complicate degenze in ospedale.
In alcuni casi la
sintomatologia si prolunga oltre le aspettative ovvero permane anche
una volta che il tampone è finalmente tornato a risultare negativo.
Si parla di Long-Covid. Come si
manifesta?
Si presenta frequentemente con stanchezza ed affanno (anche per
piccoli sforzi), palpitazioni e dolori muscolari e articolari. I pazienti hanno spesso comunicato al medico episodi o periodi prolungati di
insonnia con difficoltà di addormentamento, sonno interrotto o non
sufficientemente profondo.
Sono stati riportati
anche peggioramenti relativi ai dolori del ciclo mestruale in
particolare in caso di patologie ginecologiche quali endometriosi, adenomiosi, dismenorrea.
Altri
sintomi riscontrati dopo aver contratto il Covid e che possono
manifestarsi una volta guariti sono acufene, dermatiti,
emicrania, disturbi gastrointestinali fra cui nausea, vomito,
costipazione e diarrea. Fra le tante alterazioni sono state riportate la ridotta capacità di coagulazione del sangue ed il verificarsi di risposte immunitarie accentuate.
Il quadro sopra descritto è ciò che molto spesso si verifica una volta superata
la fase acuta del Covid.
La condizione morbosa è stata recentemente definita in maniera
ufficiale dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: "La condizione
post Covid-19 si verifica in
individui con una storia di probabile o confermata infezione da
SARS-CoV-2, di solito a 3 mesi di distanza dall'inizio del Covid-19
con sintomi che durano per almeno 2 mesi e non possono essere
spiegati da una diagnosi alternativa".
Non è ancora
possibile determinare gli esiti finali e la durata del Long-Covid, trattandosi di una sindrome sostanzialmente
nuova, ma è possibile cautamente affermare che con ogni probabilità
sia temporanea e, sebbene non esista ad ora un trattamento in grado
di garantire la guarigione immediata, è possibile intervenire
direttamente sui sintomi.
A tale scopo, sono stati
predisposti, anche in Italia, dei centri specializzati in grado di
occuparsi da un punto di visita multidisciplinare della
riabilitazione post-Covid attraverso un percorso personalizzato, impostato sulla
base delle specifiche manifestazioni del paziente.
Questi piani
terapeutici prevedono anche un sostegno psicologico nei casi in cui
la sindrome da Long-Covid sia caratterizzata in maniera importante da disturbi dell'umore,
alterazioni del sonno e stress.
Già abbondantemente dimostrato dalla
ricerca scientifica come i principi attivi della Cannabis siano in
grado di agire positivamente su numerosi sintomi come emicrania,
dolore muscolare, nausea, insonnia, rush cutanei (...), nel 2022 sono previsti studi scientifici mirati volti a ad approfondire la possibilità che la Cannabis
possa combattere gli strascichi del Covid-19 valutandone l'effetto
sul miglioramento di specifici sintomi o segni del Long-Covid e la qualità di vita dei pazienti a tre
mesi (rispetto al placebo).
Secondo le dichiarazioni di Werner
Nussbaumer, medico e presidente del Centro di Competenza per
Cannabinoidi in Svizzera, la complicazione più preoccupante della
fase post-Covid è l'esagerata risposta immunitaria dell'organismo.
Il Sistema Endocannabinoide riveste un ruolo chiave nella
modulazione delle reazioni immunitarie, motivo per cui la Cannabis
potrebbe rappresentare uno strumento utile a contrastare, con
meccanismi diversi dagli antivirali o gli antinfiammatori classici,
il quadro clinico dovuto al Coronavirus e le sue conseguenze.